Voglio condividere una delle prime esperienze fatte dopo aver partecipato al mio primo piano iss del 2007, attività che continuo a proporre ancora oggi con notevoli soddisfazioni e con situazioni sempre nuove.
Introduzione
Una breve intoduzione sull’argomento, molto vaga e poco puntuale, è servita ad evidenziarne le conoscenze. Condivise queste nozioni di base si sono scritte le risposte a semplici domande quali: “cos’è il lievito?”; “perché il pane si gonfia?”.
Partendo da queste domande dovevano dare delle ulteriori risposte sperimentali
Progettare
Una volta definiti i gruppi, si è passati alla fase di progettazione, individuando quali esperimenti fossero i più adatti per riuscire a dare delle risposte.
1.Decisione di un titolo
2.Condivisione degli obiettivi
3.Condivisione delle ipotsi
4.Organizzazione della metodologia
Operare
Con l’esperienza sono stati raggiunti alcuni obiettivi per un adeguata impostazione dei lavori di gruppo.
1.Divisione dei compiti
2.Documentazione della sequenza delle operazioni
3.Controllo ed osservanza del processo programmato
4.Annotazione delle modifiche apportate
5.Precisione nell’applicazione delle procedure
6.Precisione nella documentazione dei risultati
Operare (problemi)
Inizialmente ci sono stati alcuni problemi che di seguito vengono elencati:
•organizzativi nella divisione dei compiti
•Mancanza di annotazioni delle differenti fasi sperimentali
•modifiche dell’esperimento in corso d’opera
•consegne non rispettate
•Eccessiva ed inutile precisione (con notevole perdita di tempo) nelle misurazioni
•Tentativi di modificare l’esperimento per far risultare corrette l’ipotesi
Osservare
Con il procedere dei laboratori i ragazzi hanno prestato sempre maggior attenzione ai risultati.
Guardare rigonfiamenti o cambiamenti di colore, annusare per determinare sgradevoli odori, tastare per controllare consistenza e temperatura, annotare i tempi e prestare attenzione alle possibili variabili.
Nel corso degli esperimenti sono state proprio le modifiche delle variabili ad aver dato i risultati migliori:
•Variazione della temperatura
•Variazione nel tipo di lievito utilizzato
•Variazione nei dosaggi
•Variazione nel tempo di lievitazione
•Variazione nell’aggiunta di ingredienti (sale, zucchero,…)
Osservare (problemi)
Inizialmente con difficoltà riuscivano ad identificare le variabili che entravano in gioco nella preparazione dell’esperienza. Impasti fatti con metodi differenti (impastando acqua farina e lievito assieme o prima impastando acqua e farina e solo successivamente aggiungendo lievito) venivano alla fine conforontati.
Spesso cercavano di vedere ciò che non si verificava, per il semplice fatto che avevano ipotizzato un ben determinato risultato.
Spesso le osservazioni sono state confuse con le deduzioni.
Dedurre
La giustificazione dei risultati doveva errere condivisa da tutto il gruppo.
I risultati stessi dovevano essere il motivo per porsi delle domande, alle quali il gruppo avrebbe cercato di dare risposte con esperimenti successivi.
Dedurre (problemi)
In alcuni casi i ragazzi non hanno ottenuto alcun risultato, quindi nel laboratorio successivo l’esperimento è stato semplicemente ripetuto. Vale la pena ricordare che ad ogni laboratorio c’è stata la rotazione di un componente del gruppo, il quale spesso ha contribuito nella risoluzione di probelmi.
Spesso le deduzioni sono state confuse con le osservazioni o con le conclusioni.
Concludere
Con riferimento all’ipotesi ed all’obiettivo iniziale si doveva cercare di individuare i risultati dell’esperimento, motivarli ed individuare eventuali errori nella metodologia.
Concludere (problemi)
Spesso non trattato o confuso con le deduzioni. In qualche caso solamente riportato se l’esperimento è riuscito o meno.
Concetti importanti
1.Tutti gli esperimenti danno risultati
2.Non necessariamente l’ipotesi è confermata
3.Se l’ipotesi non è confermata si RAGIONA di più e meglio
4.Eventuali errori sono da ricercare nel METODO
5.Ripercorrere tutte le tappe dell’esperimento
6.Condividere e discutere eventuali dubbi
Non siglifica nulla scrivere: “l’esperimento non è riuscito”
Alcune sorprese…
Stessa quantità di farina, aumentando il contenuto di lievito non si osservano differenze nella lievitazione (o peggio).
All’impasto con poco lievito è stato aggiunto solo successivamente una quantità di lievito crescente.
La metodologia è sbagliata, tutti gli impasti devono essere fatti singolarmente mescolando contemporaneamente acqua, farina e lievito.
L’impasto acqua , farina e zucchero… lievita.
L’impasto senza lievito è stato mescolato con un cucchiaino sporco.
Non è stata prestata attenzione nell’utilizzo dei materiali (cucchiaino).
CO2 cercasi
Il bicchiere è stato lasciato aperto.
La quantità di lievito è stata insufficiente.
Il blu di bromotimolo in polvere non va bene.
Dall’impasto la quantità di CO2 è minima.
Senza dubbio è stata la parte più complessa dell’esperienza. La soluzione migliore è quella di non introdurre nella beuta l’impasto acqua, farina e lievito, ma solamente acqua, lievito e zucchero. È consigliato anche porre il tutto sopra un termosifone (tempo circa un’ore ed il viraggio ha inizio). L’esperimento è stato fatto anche togliendo lo zucchero per far notare che il lievito per vivere deve nutrirsi.
Obiettivi
Il lavoro è stato suddiviso in obiettivi ed ogni gruppo era libero di scegliersi un percorso, utilizzando tempi e metodologie differenti, partendo tutti dal punto 1.
1.Perché il pane si gonfia?
2.La temperatura è importante?
3.Perché nelle bustine si consiglia l’aggiunta di zucchero?
4.Reazioni chimiche o biologiche?
5.Il lievito è un vivente?
6.Come respira?
7.Come si nutre?
8.Cosa succede se modifico alcune variabili?
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